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Il volto di Ares ai confini dell’Ellade

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Ares, dio greco della guerra

Su una faccia Ares, il dio greco della guerra; sull’altra Baal, antichissima divinità semitica. Lo statere dei due volti risale alla prima metà del IV secolo a.C. e rappresenta quel crogiolo di culture che era la Cilicia, turbolenta provincia di confine dell’Impero Persiano, crocevia di popoli e teatro di cruente battaglie, dove le tradizioni greche incontravano quelle fenicie.

La Cilicia era una delle 20 satrapie nelle quali era anticamente diviso l’Impero Persiano. Amministrativamente, questo vasto territorio venne aggregato e disaggregato e connesso alla Cappadocia a nord e alla Siria a sud-ovest. Affacciata sul Mediterraneo, si estendeva partendo dalla regione occidentale della Tracheia, ai piedi dei Monti Tauri, per arrivare ad est alla pianeggiante Pedias, dove le terre fertili si alternavano a vaste zone paludose.

A capo di ogni provincia era posto un satrapo, dignitario di corte spesso legato alla famiglia imperiale anche da vincoli di parentela, che esercitava un potere pressoché assoluto sul territorio di competenza. Alcuni di questi decisero di lasciare una traccia sulle monete. È il caso di Pharnabazos, che regnò dal 379 al 374 a.C., dopo una brillante carriera come comandante militare e funzionario di altissimo rango presso l’Impero Persiano in varie zone della Penisola Anatolica fin dal 400 a.C.

Statetere d'argento di Ares

Statere d’argento di Ares (379-374 a.C., Cilicia) – Peso: 10,7 gr; diametro: 22 mm

La vocazione militare di Pharnabazos è evidente nello statere d’argento che fece coniare durante il suo regno, dove sul diritto è raffigurata la testa barbuta del dio greco della guerra Ares che indossa un elmo crestato. Sul rovescio è invece presente un riferimento alla tradizione religiosa persiana, con la raffigurazione del dio Baal, seduto a sinistra su un trono, mentre tiene uno scettro con la mano destra.

Ares, il dio greco della guerra

Ares era il dio greco della guerra e figlio legittimo e viziatissimo di Zeus e Hera, la coppia sovrana dell’Olimpo. Personificazione dell’odio furibondo, della violenza bruta, dell’aggressione violenta e della sete di sangue, secondo la mitologia greca incitava gli uomini alla carica a testa bassa e alla mattanza, a differenza dell’altra dea guerriera, Atena, per la quale la guerra era una trama di astuzie. Per questo motivo, non aveva molto seguito tra i numi del pantheon, ma godeva di grande credito solo tra gli spartani che spesso lo raffiguravano in catene, in modo che il suo spirito guerriero non potesse mai abbandonare la città più bellicosa dell’Ellade.

Il volto barbuto di Ares compare sulle monete già dal V secolo a.C., come testimoniano gli esemplari in elettro della Ionia, in Asia Minore. più diffusa la presenza nella Grecia orientale, soprattutto su coniazioni d’argento e nell’Italia meridionale.

Baal, l’antica divinità dell’Asia Minore

Baal era un’antichissima divinità semitica, il cui culto era diffuso in tutto il Medio Oriente e sulla costa meridionale del Mediterraneo, sebbene con denominazioni diverse. Il nome Baal era originariamente sinonimo di divinità in generale, ma nel corso della seconda metà del II millennio a.C. passò ad indicare una divinità specifica, considerata progenitrice degli dei, in analogia a Cronos nella mitologia greca e di Saturno in quella romana.

La presenza di questa divinità su una moneta greca emessa in una zona di confine fra le culture ellenica e fenicia testimonia la grande capacità dei greci di integrare e assimilare altre culture arricchendo la propria. Ciò costituisce il motivo principale dell’egemonia culturale che essi ebbero nel mondo antico, nonostante la debolezza politico-militare delle loro istituzioni, frammentate in una molteplicità di città-stato in continua competizione fra loro e spesso in conflitto aperto.

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