Un angelo d’oro e il ritratto dell’imperatore che regge un globo con croce, metafora del la supremazia di Cristo sul mondo e sui poteri terreni, ma allo stesso tempo consacrazione del ruolo di sovrano. Il simbolismo cristiano era frequente nella monetazione bizantina e non fanno eccezione gli splendidi esemplari risalenti alla fine del VI, quando il trono di Costantinopoli era occupato da Maurizio, l’ultimo esponente della dinastia giustinianea.
Maurizio Flavio Tiberio nacque intorno al 539 d.C. in Cappadocia, una regione nell’attuale Turchia. Di origini modeste, riuscì a fare carriera nell’esercito bizantino grazie alle sue capacità militari e strategiche. Durante il regno dell’imperatore Tiberio II, fu nominato comandante delle forze bizantine in Oriente, dove ottenne successi contro i Persiani.
Nel 582 d.C., alla morte di Tiberio II, Maurizio Tiberio fu proclamato imperatore. Dovette affrontare molteplici minacce esterne durante il suo regno e intraprese numerose campagne militari per respingere queste incursioni gravando sui conti dell’Impero. Questo lo costrinse a tagliare gli stipendi dei soldati richiedendo loro comunque un maggior impegno provocando malcontento tra le truppe che culminò in una rivolta guidata da Foca, un ufficiale dell’esercito. Maurizio Tiberio venne deposto e fuggì da Costantinopoli, ma fu catturato e decapitato insieme ai suoi figli.
In seguito alla divisione dell’Impero Romano, l’influenza dell’Oriente andava a caratterizzare la figura dell’imperatore. Non era più il primus inter pares, come era stato concepito da Augusto, ma diventava una vera e propria divinità scesa in Terra. La connotazione religiosa proseguì nei secoli e il ruolo divenne una consacrazione del volere di Dio, al quale rimaneva sottomesso. Le monete coniate dalla zecca di Costantinopoli e giunte ai giorni d’oggi recano una testimonianza diretta di questi aspetti.
Solido d’oro di Maurizio Tiberio (Impero Bizantino, 583-601) – Peso 4,39 gr; diametro 21 mm circa
Nello splendido solido d’oro di Maurizio il globo crucigero (una sfera sulla cui cima è apposta una croce) appare sulle due facce della moneta. Sul diritto, viene tenuto in mano dall’imperatore, effigiato in posizione frontale mentre indossa un elmo piumato e lo sostiene con la mano destra. Sul rovescio, è sostenuto da un angelo, il quale ha anche una croce culminante con il monogramma di Cristo. Questa figura religiosa ben rappresenta i due poteri, spirituale e temporale, che caratterizzavano l’operato dell’imperatore.
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