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I misteri di Tiberio, l’imperatore più enigmatico di Roma

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Imperatore Tiberio

Uno dei sovrani più misteriosi di Roma è senza dubbio Tiberio Giulio Cesare Augusto, il secondo imperatore romano che regnò tra il 14 e il 37 d.C., dopo aver condotto brillantemente diverse campagne militari in varie parti dell’Impero. Quella di Tiberio fu una vita costellata da misteri e sospetti.

Tiberio venne duramente criticato per la sua condotta da molti storiografi dell’epoca, ma è stato riabilitato da studiosi più moderni che ne hanno apprezzato le capacità di amministrazione dell’Impero. Sia Tacito che Svetonio hanno enfatizzato la dissimulatio come tratto dominante del suo carattere, cioè una sorta di ipocrisia che spesso lo rendeva un personaggio ambiguo.

Il rapporto con il padre adottivo Ottaviano Augusto e la successione

Tiberio era figlio primogenito della nobildonna Livia Drusilla, nato dalle prime nozze con un pretore romano allora in lotta contro Ottaviano Augusto. La madre si risposò, forse per motivi politici, proprio con il primo imperatore romano mentre era incinta del secondo figlio Druso e nello stesso giorno in cui la prima moglie di Augusto dava alla luce la prima figlia Giulia. In questo intreccio, Tiberio venne oscurato dai discendenti diretti dell’imperatore e non fu mai particolarmente amato a causa dei suoi vizi. Venne così inviato ai margini dell’Impero, dove si contraddistinse per le abilità militari, in particolare in Germania e nell’Illiria.

Non era Tiberio il successore designato di Augusto, ma i fratelli morirono uno per uno, così non ci furono alternative e il trono passò a lui. Apparentemente lo stesso Tiberio non era entusiasta della successione: all’inizio si oppose pure. Tuttavia finì per accettare l’incarico e divenne il secondo imperatore della storia di Roma. Anche in questo caso non è ben chiaro quali fossero i reali interessi di Tiberio. Secondo Tacito, lui non accettò mai il potere, ma semplicemente smise di rifiutarlo.

La fede di Tiberio e la morte di Gesù

Tiberio credeva nell’astrologia e mostrava una profonda avversione nei confronti dei culti orientali che stavano facendo sempre più proseliti tra le classi agiate dell’Impero Romano. Di conseguenza, rese illegali il culto di Iside e l’Ebraismo, condannando di apostasia i segaci che furono cacciati dall’Italia.

Proprio negli anni durante i quali Tiberio era imperatore, avvenne la morte di Gesù che stava diffondendo la sua dottrina nella Giudea. Fu il prefetto Ponzio Pilato ad ordinarne la crocifissione.

La morte di Tiberio nella villa di Capri

Tiberio era molto diffidente e il clima di sospetto venne alimentato ad arte anche da collaboratori che se ne servivano per raggiungere obiettivi di potere personale. Questo portò alla proscrizione, e talvolta perfino all’eliminazione fisica, di molti membri della famiglia imperiale, in particolare negli ultimi anni quando l’Imperatore, dalla sua fastosa Villa Jovis di Capri, esercitava il potere indirizzando al Senato disposizioni scritte che non consentivano repliche.

Fu qui che Tiberio morì, inviso dai sudditi, nel 37 d.C. alla ragguardevole età di 79 anni. Ancora una volta in circostanze poco chiare. Secondo le fonte più accreditate, si spense per morte naturali. Secondo altri, venne soffocato tra le sue coperte oppure venne fatto morire di fame. i sudditi celebrarono con giubilo la morte dell’imperatore e la successione in favore di Caligola. Addirittura i pretoriani dovettero scortare la salma fino a Roma per evitare che venisse gettata nel Tevere al grido di “Tiberium in Tiberim”.

Le monete di Tiberio e il volto dell’imperatore

Nelle sue rappresentazioni, Tiberio voleva allo stesso tempo mantenere una continuità con l’immagine di Augusto e inserire alcuni elementi distintivi. Per questo motivo, nelle monete il volto, a volte rivolto a destra e a volte a sinistra, ha una leggera somiglianza con quello del predecessore.

Moneta d'argento di Tiberio, Antica Roma

Impero Romano – Denario di Tiberio in argento, databile al 14 – 37 d.C. (3,78 g; 20 mm ca.)

Tuttavia, secondo le fonti storiche, si vede una forte somiglianza con la madre Livia che fu un punto di riferimento nella sua vita. Probabilmente è proprio lei ad essere rappresentata nel rovescio di alcuni esemplari di monete, tra i quali il denario di argento. Qui la figura femminile tiene uno scettro con la mano destra e un ramo d’ulivo mentre siede su uno scranno. Ma, secondo alcuni studiosi, non si tratterebbe della madre di Tiberio, bensì della personificazione della Pax romana. Il reale significato di questa raffigurazione è un altro mistero di Tiberio rimasto tale fino ad oggi.

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