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Dal mare al cielo, l’argento macedone di Poseidone e Apollo

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Su una faccia della moneta appare il volto fiero di Poseidone, potente dio dei mari e delle acque, mentre sull’altra è raffigurato Apollo, allo stesso tempo protettivo e minaccioso, uno degli dei più celebrati dell’Antica Grecia. È il tetradramma d’argento coniato dalla zecca di Anfipoli tra il 229 e il 221 a.C., quando era Antigono Dosone era il re di Macedonia, un incarico che avrebbe traghettato il Regno verso verso la reggenza di Filippo V.

Antigone Doson, il re traghettatore

Antigono Dosone divenne reggente di Macedonia nel 229 a.C., in seguito alla morte in battaglia di Demetrio II. Il successore designato era il figlio del sovrano, Filippo V, che però aveva appena 9 anni ed era quindi troppo giovane per governare. Venne quindi scelto come reggente il parente maschio più prossimo, Antigono, il quale sposò la vedova del suo predecessore per consolidare il ruolo. Il carattere transitorio viene testimoniato anche dal suo soprannome Dosone, dal greco δίδωμι (“dare”), che significa “colui che darà”. Il riferimento al passaggio dello scettro era piuttosto evidente.

In seguito ad alcune vittorie militari, da reggente Antigono venne proclamato re. A differenza dei predecessori, si fece guidare dall’arte della diplomazia piuttosto che dalla sottomissione dei vicini e formò delle alleanze con l’Epiro e con la Lega Achea che permisero alla Macedonia di assumere un ruolo egemone nella regione. In questo modo, Antigono riuscì nell’impresa di sottomettere militarmente Sparta per la prima volta nella storia. Infatti, l’intervento delle falangi macedoni in supporto alle armate della Lega Achea fu decisivo nel determinare la vittoria decisiva nella battaglia di Sellasia. In seguito agli esiti del conflitto, anche Sparta venne trasformata in una repubblica fedele al Regno Macedone.

Antigono morì nel 221 a.C. e, come previsto, gli successe Filippo V, ormai diciassettenne. Questo re di transizione lasciò al giovane successore una Macedonia forte nel Peloponneso, con solidi legami con le altre città, la premessa per un’ulteriore espansione del Regno.

Il volto di Poseidone

Ostico e irascibile, benevolo con i protetti e implacabile con i nemici, Poseidone era uno degli dei più potenti. A lui era toccato in sorte il dominio delle acque ed era venerato in molte delle città che erano finite sotto l’influenza della Macedonia. Il suo volto compare sul dritto del tetradramma d’argento coniato tra il 229 e il 221 a.C. dalla zecca di Anfipoli. L’effigie sulla moneta mostra la testa barbuta di Poseidone, rivolta a destra, con i capelli fermati da una corona di alghe.

Moneta d'argento della Macedonia: il tetradramma di Poseidone e Apollo

Tetradramma di Poseidone (Regno di Macedonia, 229 – 221 a.C.) – Metallo: argento; peso: gr 16,91; diametro: mm 30 circa

L’arco di Apollo

Anticamente, un omaggio ad Antigono, vincitore su Sparta, si trovava sull’isola di Delo. Si tratta di un monumento realizzato con il bottino della battaglia di Sellasia e costruito sull’isola consacrata ad Apollo, divinità venerata dal re macedone. Il dio delle arti compare anche sul rovescio del tetradramma macedone d’argento. Qui, Apollo è raffigurato seduto a sinistra su una prua di nave, mentre tiene un arco con la mano destra protesa in avanti ed è accompagnato da un’iscrizione sulla fiancata della nave, che riporta con la parola basileos (re) e  il nome di Antigono, entrambi in caratteri greci.

L’arco sostenuto da Apollo era un simbolo ambivalente del suo terribile potere: quello di proteggere i mortali e allontanare i mali, ma anche, all’occorrenza, di apportare pestilenze e morti improvvise.

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