Il 26 settembre 1997 un violento terremoto devastò l’Umbria e le Marche, causando un tragico bilancio di vittime, feriti e danni incalcolabili al patrimonio artistico. Tra le immagini che fecero il giro del mondo, quelle del crollo delle volte della Basilica superiore di San Francesco ad Assisi divennero il simbolo della tragedia. La perdita fu immensa: il sisma distrusse parte degli straordinari affreschi di Giotto e Cimabue, capolavori di inestimabile valore. Ma non ci si perse d’animo. Salvare quel patrimonio, e farlo presto, divenne una missione: il Giubileo del 2000 era alle porte e non si poteva attendere.
Con prontezza fu avviato il “Cantiere dell’utopia”, come lo definì lo stesso commissario straordinario Antonio Paolucci, che coinvolse centinaia di esperti, restauratori e volontari in un’impresa senza precedenti. Il cantiere, durato appena due anni, permise il recupero di oltre 300.000 frammenti grazie al lavoro degli studenti dell’Università della Tuscia, dei docenti e degli allievi dell’Istituto superiore centrale di restauro e della Soprintendenza dell’Umbria, e il restauro di circa 200 metri quadrati di affreschi grazie all’opera imponente di un team di restauratori professionisti guidati da Paolucci.
Il 28 novembre 1999, la Basilica di San Francesco Assisi venne riaperta al culto, alla presenza del cardinale Angelo Sodano e dell’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, un evento che segnò la rinascita non solo di un monumento, ma di un intero territorio.
Per celebrare la riapertura della Basilica di Assisi, definita “Uno scrigno d’arte unico al mondo”, non poteva mancare una degna celebrazione numismatica. La zecca italiana realizzò una moneta commemorativa da 100.000 lire in oro 900, coniata in soli 5.047 esemplari in versione fondo specchio.
100.000 lire Basilica di San Francesco di Assisi, 1999 (oro 900; peso 15 g; diametro 25 mm)
Disegnata dall’artista Roberto Mauri, la moneta raffigura sul diritto la geometrica facciata della Basilica di Assisi, mentre sul rovescio campeggia il suo simbolo più identificativo, l’elegante rosone, emblema della spiritualità francescana. Con un peso di 15 grammi e un diametro di 25 millimetri, questo esemplare è oggi un oggetto amato dai collezionisti, che testimonia un momento storico di resilienza e rinascita.
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