Nei giorni frenetici che portarono il 17 marzo 1861 all’Unità d’Italia, succedeva che dal Governo Provvisorio di Toscana arrivava la prima moneta celebrativa del nuovo Regno d’Italia, battendo sul tempo le emissioni volute dal re Vittorio Emanuele II. Questa rara e ricercatissima moneta è lo scudo d’argento coniato nel 1861 dalla Zecca di Firenze (anche denominato “5 lire marzo 1861“), un esemplare che presenta segue i canoni della monetazione del Regno di Sardegna, poi ereditati da quello d’Italia.
Tra il 1959 e il 1960, il Governo Provvisorio di Toscana aveva infatti disposto l’emissione di una serie di monete con l’effigie di Vittorio Emanuele II. Questa comprendeva tutti i valori ad eccezione del pezzo principale, il 5 lire, che la Zecca di Firenze non fece in tempo a realizzare a causa della rapidità con la quale si susseguirono gli eventi che portarono all’Unità d’Italia. In quella data, la moneta era già stata preparata e venne quindi emessa come moneta celebrativa, grazie ad una speciale deroga che ne consentiva la coniazione nonostante le differenze rispetto alle monete ordinarie.
Opera di Luigi Gori (invece che di Giuseppe Ferraris, l’incisore scelto da vittorio Emanuele II) e prodotta in quantitativo ridotto di 21.272 esemplari, come se si trattasse di una moneta destinata ad esigenze locali, si trasformò nella moneta celebrativa della nascita del nuovo Regno.
La moneta coniata dalla Zecca di Firenze presenta molte differenze rispetto al corrispettivo 5 lire d’argento del Regno d’Italia. Sul diritto compare infatti la scritta “Vittorio Emanuele II re d’Italia“, con l’indicazione esplicita del nuovo titolo e l’omissione dell’anno di emissione. Sotto il taglio del collo del re (effigie che occupa uno spazio più ampio e ha un disegno diverso) è riportato il nome dell’incisore, accompagnato dal simbolo del monte con sei cime attraversato obliquamente da una banda.
Sul rovescio lo stemma crociato dei Savoia accomuna l’emissione di Firenze e quella del regno d’Italia, ma cambia la leggenda. La moneta Toscana viene definita “Cinque lire italiane” e in basso riporta l’indicazione della zecca, il disegno di un fascio e l’indicazione della data “Marzo 1961”. La moneta del re, stampata nelle zecche di Milano, Napoli, Roma e Torino, reca la scritta “Regno d’Italia” accompagnata dal valore abbreviato “L. 5”.
Mentre il primo scudo ufficiale emesso dal regno d’Italia è stato prodotto in 69mila esemplari, il 5 lire del 1961 emesso a Firenze ha una tiratura limitata di soli 21.272 esemplari. La rarità e la grande bellezza di questa moneta, ne fanno uno degli argenti più ricercati dai collezionisti.
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