Il Gronchi rosa è stato il l’unico francobollo del mondo ad avere una regolare vita postale limitata a un solo giorno e, nonostante l’ufficialità della sua origine, ad essere stato ripudiato dall’amministrazione postale italiana per poi essere ricoperto da un nuovo esemplare.
“Sulla mia carta d’identità c’è scritto che sono nato la mattina del 3 aprile 1961, un tranquillo lunedì di Pasquetta – sarebbe l’incipit autobiografico del Gronchi rosa, creato dalla penna del giornalista dell’Ansa Umberto D’Arrò – Poche persone in fila agli sportelli postali quel giorno; l’interesse era scarso per il 205 lire rosa venuto alla luce, insieme al 170 azzurro e al 185 verde, per celebrare l’imminente viaggio del presidente Giovanni Gronchi in Sudamerica. Nulla ancora lasciava presagire che avrei significato rarità per antonomasia; sarei diventato il protagonista di una bagarre diplomatica; a me si sarebbero interessati giornali e telegiornali; sarei diventato l’oggetto del desiderio dei collezionisti italiani”.
“Anche se, a dirla tutta, sono il più popolare francobollo italiano – continua l’articolo di D’Arrò pubblicato nel 1991 sul Collezionista, il periodico di filatelia edito da Bolaffi – La mia è una vicenda strana: per colpa di un vecchio atlante DeAgostini sono nato sbagliato, sono stato ripudiato e rimpiazzato da un fratello banale, grigio, che mi è stato appiccicato addosso. Dopo tanti anni di lui non si parla più, di me sì”.
Il 205 lire Gronchi rosa e gli altri due esemplari della serie furono posti in vendita lunedì 3 aprile 1961 per poter essere validi il 6 aprile successivo, data della partenza del Presidente della Repubblica per l’America Latina. Martedì 4 aprile, la vendita del 205 lire rosa fu sospesa a causa di un errore nella carta geografica del Perù e, in sua vece, fu emesso il 6 aprile un esemplare in colore grigio recante il corretto profilo della nazione sudamericana.
Il Gronchi rosa venne stampato in rotocalcografia su fogli da 40 esemplari con filigrana a stelle di tipo 1 e dentellatura 14 a blocco. Il bozzetto venne realizzato da Renato Mura, allora uno dei più valenti disegnatori del Poligrafico, assemblando una mappa geografica e la sagoma di un quadrireattore DC 8, l’aereo con il quale avrebbe volato Gronchi.
Il 3 aprile del 1961 è la data di emissione del Gronchi rosa, il più famoso francobollo italiano. Alle 9 del mattino di quel giorno di Pasquetta, in tutte le direzioni provinciali delle Poste cominciava la vendita dei tre francobolli della serie. L’affluenza fu generalmente scarsa. A preoccuparsi di avere subito il francobollo erano soltanto gli appassionati di buste primo giorno e alcuni collezionisti che intendevano utilizzarli per preparare in tempo gli aerogrammi.
Nel pomeriggio scoppiò il caso. L’ambasciata del Perù a Roma, tramite l’incaricato d’affari Arias Schreiber, si mise in contatto con il ministero degli Affari esteri italiano, informando che nel francobollo da 205 lie c’era un “grave, anzi gravissimo” errore geografico. La sagoma del Perù, per quanto le dimensioni della riproduzione fossero ridotte dai limiti di spazio del francobollo, mancava chiaramente del Triangolo amazzonico, territorio che era oggetto di una disputa non di poco conto con l’Ecuador.
In serata, il ministero degli Affari esteri chiese spiegazioni al ministero delle Poste, il quale a sua volta girò la richiesta al Poligrafico. Qui, sconsolati, dovettero ammettere di aver usato un atlante non aggiornato. Su indicazione del ministero degli Esteri, il ministro delle Poste Spallino non vide altra soluzione nell’immediato che sospendere la vendita del francobollo sbagliato in attesa di una definizione del problema. Nel corso della notte, al ministero delle Poste venne formulato un urgentissimo telegramma di servizio, indirizzato a tutte le direzioni provinciali, con l’ordine di sospendere immediatamente la vendita di tutta la serie.
Fu così che il Gronchi rosa venne ritirato dal commercio il giorno stesso della sua emissione e, da quel momento, divenne il francobollo più famoso d’Italia, un must have di ogni collezione filatelica.
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