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1840, il francobollo rivoluziona il mondo della comunicazione

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La busta con il primo francobollo del mondo

Forse la ruota è stata la prima grande invenzione che rivoluzionò la comunicazione, ma da allora diversi lampi di genio in vari periodi storici ne hanno influenzato l’evoluzione. Il 1840 è stato un anno propizio in questo senso: negli Stati Uniti Samuel Morse inventava il primo telegrafo, veniva inaugurata la prima linea ferroviaria del Nord-Italia che collegava Milano a Monza, l’Inghilterra emetteva il primo francobollo del mondo. Le buste affrancate con il Penny Black e spedite in quell’anno rivoluzionarono per sempre la storia postale e il modo con cui le persone comunicavano tra loro.

L’Inghilterra del 1840 e la nascita del francobollo

Da un cinquantennio in Inghilterra era in corso la rivoluzione industriale: le attività tessili, metallurgiche ed estrattive avevano trasformato completamente il sistema economico e, a seguire, quello sociale dello stato. Nasceva l’imprenditore capitalista, un nuovo modello di produttore e commerciante che aveva bisogno di comunicare con le fonti di produzione delle sue materie prime e con il proprio mercato di riferimento. Non solo: la comunicazione doveva essere regolare, sicura, a basso prezzo. All’epoca l’unico mezzo per comunicare era la posta di stato, la Royal Mail, che non aveva nessuna delle tre qualità. In particolare, il costo era alto, dipendeva da diversi parametri, era complicato da esigere, e vigevano moltissime esenzioni ereditate da privilegi ormai anacronistici.

Dal 1835 un borghese inglese, Rowland Hill, cominciò a porre sul tappeto la questione di una riforma postale più adatta ai tempi. L’idea era: una tariffa uniforme, più mite, pagata da tutti in anticipo. La proposta ebbe subito un grande impatto, catturando l’attenzione del pubblico e dei politici. Dibattiti, voci pro e contro infiammarono la Londra (e non solo) di quegli anni, finché il progetto di Hill fu approvato.

Dal maggio 1840, la posta sarebbe stata pagata da tutti, in anticipo, a un costo nettamente inferiore al precedente: un solo penny per ogni scaglione di peso, indipendentemente dalla distanza, mentre prima le lettere potevano costare anche più di dieci volte tanto. E con un’indicazione che segnalasse il pagamento anticipato. Questa indicazione venne infine decisa: un contrassegno di carta da apporre sulla lettera, che dapprima fu chiamato etichetta, poi francobollo. Era nata una nuova era.

La nuova era della comunicazione postale

L’innovazione avrebbe portato alla prima globalizzazione, cioè all’interconnessione sempre più stretta e costante fra tutti i luoghi della Gran Bretagna, con una velocità e un’economicità impensabile fino a pochi anni prima. Assieme alla ferrovia e al telegrafo – invenzioni del medesimo scorcio di secolo – fu proprio il francobollo che avrebbe portato il mondo occidentale alla connessione sempre più stretta di oggi. In una parola, alla contemporaneità.

In termini di flussi postali e di velocità, i risultati della riforma britannica furono subito molto incoraggianti, tanto che nel decennio successivo una dozzina di stati fra i più evoluti del pianeta adottarono il medesimo sistema. E 35 anni dopo erano diventati così tanti che fu creata l’Unione postale universale: da nazionale la globalizzazione postale divenne mondiale. Da tanti stati sovrani fra loro diversi, la posta aveva creato un solo territorio comune. E il francobollo ne era il simbolo più immediato.

Penny Black, il primo francobollo del mondo

Il francobollo Penny Black nacque dal pamphlet di Rowland Hill “Post Office Reform. Its Importance and Practicability”, pubblicato nel gennaio 1837, e  cominciò a essere venduto il 1° maggio 1840, per essere usato dal 6 maggio.

Busta Penny Black

Busta affrancata, con Penny Black (Regno Unito, 1840)

Era un rettangolino di carta, del formato che poi divenne standard per i francobolli, stampato in calcografia in fogli di 240 esemplari. In alto la scritta “Postage” (posta), in basso il costo “one penny” (un penny, cioè una monetina di basso valore) e il volto della regina Vittoria, che da tre anni sedeva sul trono. Il tutto stampato in nero, da cui il nome con cui è noto, Penny Black. All’epoca la moneta britannica era la sterlina divisa in 20 scellini, uno scellino in 12 pence (plurale di penny). Quindi ci volevano 240 pence per fare una sterlina. Un penny del 1840 equivaleva, in potere d’acquisto, a circa un euro di oggi. Non era quindi una tariffa economicissima, ma molto inferiore comunque a quelle precedenti.

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